Rousseau cittadino senza patria : dalla polis alla natura / Robert Spaemann ; prefazione di Sergio Belardinelli ; postfazione di Leonardo Allodi. - Milano : Ares, 2009. - 157 p. ; 20 cm.
Robert Spaemann ha indagato gli esperimenti totalitari del XX secolo, come pure le derive erotico-estetiche della Scuola di Francoforte e di tanto pensiero postmoderno, che hanno portato, di caduta in caduta, all'attuale crisi dell'umano e della Ragione, risalendo poi fino all'origine, che ha rinvenuto nel laboratorio intellettuale di Jean-Jacques Rousseau.
[...]
Come scrive Sergio Belardinelli nell'Introduzione, «nel primo Discours di Rousseau sono già fissati tutti i motivi essenziali della critica alla civiltà borghese europea che emergeranno nei decenni successivi. Vi troviamo l'idea che la civiltà moderna è fondata sul progressivo aumento dei bisogni, quindi della nostra dipendenza; vi troviamo la denuncia della disuguaglianza nociva che viene introdotta tra gli uomini dalla differenza dei talenti e dalla degradazione della virtù, nonché la denuncia dell'uomo "borghese", vi troviamo infine l'esaltazione di una soggettività che afferma sé stessa negando semplicemente il conformismo borghese, sulla base di una sorta di "totalmente altro"». A giudizio di Spaemann, Rousseau è la fonte di ogni tentazione anche contemporanea di fuga dalla polis, e in questo senso della negazione di ogni socialità.