Intensa e nitida figura nelle vicende nazionali del Novecento, Terracini ha rappresentato in modo originale travagli e nobiltà del comunismo italiano. In lui risalta l'eccentrica antinomia tra la fedeltà al partito di cui fu fondatore e l'inestinguibile indipendenza di pensiero che lo spinse a contrasti radicali con il Pci, fino alla sua (transitoria) espulsione.
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Egli dedicò tutta l'esistenza alla libertà degli italiani: trascorse 18 anni di segregazione impostagli dal regime fascista e, tornato in libertà, presiedette l'Assemblea che predispose e approvò la Costituzione. Terracini è una prova che, mentre il fascismo e la guerra trascinavano l'Italia nella catastrofe, la patria rinasceva nelle prigioni.
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RMSSS@Storia antropologia religioni arte spettacolo (Sede principale Religioni e storia)
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