<<Sezione 5: Legazioni, commissarie, scritti di governo.>> 3: 1503-1504 / Niccolò Machiavelli ; a cura di Jean-Jacques Marchand e Matteo Melera-Morettini. - Roma : Salerno, [2005]. - 591 p. ; 25 cm.
Il terzo tomo del carteggio diplomatico e amministrativo di Niccolò Machiavelli copre il periodo dal 1° maggio ù1503 al 31 maggio 1504. Due sono i poli fondamentali di questa corrispondenza, per quanto riguarda la politica interna: da un lato, la salvaguardia dello Stato dalle pressioni esterne; dall'altro, la riconquista di Pisa.
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La maggior parte dei dispacci amministrativi - di cui una trentina sono inediti - hanno per argomento le disposizioni militari da prendersi contro le mire espansionistiche di Cesare Borgia, il quale, dall'inizio del 1503, controllava un ampio territorio (dalle Romagne a Piombino) disposto a minacciosa cintura della Repubblica fiorentina. La difesa delle frontiere va di pari passo con la guerra contro Pisa: vediamo Machiavelli, a capo dell'amministrazione, coordinare tutte le iniziative destinate a reclutare guastatori nelle province limitrofe al fronte e a convogliare armi e rifornimenti per sostenere l'attività di distruzione dei raccolti dei Pisani e la riconquista delle piazzeforti di Vicopisano, la Vernacola e Riprafratta, difese avanzate della città ribelle. In questi mesi, il Segretario si dedica con passione anche a un'attività finora ignota: la creazione e lo sviluppo di una piccola flotta d'intervento rapido destinata a ostacolare i rifornimenti di Pisa dal mare; frequenti sono infatti gli ordini inviati concernenti la ricerca dei migliori scafi, l'armamento delle navi, fino alla scelta dei nomi delle galee e delle raffigurazioni dei santi protettori che dovranno ornarle. Dopo il crollo del Valentino (agosto-settembre 1503), Machiavelli assume anche il compito di coordinare la difesa del fronte settentrionale, allo scopo di ostacolare l'avanzata dei Veneziani in Romagna.
Ma l'attività più impegnativa di Niccolò nel periodo considerato è, ancora una volta, quella diplomatica, rappresentata in particolare dalle missioni a Roma in occasione dell'elezione del papa Giulio II, tra ottobre e novembre 1503, e presso la corte di Luigi XII, tra gennaio e febbraio 1504. Nella prima, la stretta collaborazione con il cardinale Francesco Soderini - fratello di Piero, Gonfaloniere perpetuo di Firenze - permette in particolare ai due inviati di seguire i negoziati per l'elezione del nuovo pontefice e di assistere al rapido crollo della potenza di Cesare Borgia. Nell'altra, condotta insieme a Niccolò Valori, l'obiettivo principale è quello di esortare la Francia a non abbandonare il campo italiano, anche dopo le severe sconfitte subite ad opera degli Spagnoli sul Garigliano e a Gaeta. Completa il quadro la breve missione presso Iacopo IV d'Appiano, signore di Piombino, segno della grande fiducia riposta dal Gonfaloniere in Machiavelli anche nell'ambito della diplomazia segreta.