1: Il Principe / Niccolò Machiavelli ; a cura di Mario Martelli ; corredo filologico a cura di Nicoletta Marcelli. - Roma : Salerno, [2006]. - 532 p. : 1 ritr. ; 24 cm.
L'opera capitale di Machiavelli, quella a cui indissolubilmente è legata, in positivo e in negativo, la sua fama presso i posteri, oggetto da secoli di dispute e controversie, poi di studi approfonditi e appassionati, oggi di edizioni e interpretazioni spesso in contradditto-rio, presente comunque nell'immaginario di tutti: II Principe (o, come la intitolava l'autore, De Principatihus).
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Il volume - affidato alle cure di uno dei maggiori studiosi contemporanei di Machiavelli, Mario Martelli - presenta al pubblico un Principe allo stesso tempo nuovo ed antico: nuovo rispetto alle edizioni che oggi circolano e fino ad oggi (a cominciare dalla prin-ceps, postuma, del 1532) hanno circolato; antico, perché senza dubbio più vicino a quello che usci dalla penna di Machiavelli. Prima di tutto nel testo: un testo recuperato, se non nella sua autenticità, in una veste almeno alla sua autenticità più vicina grazie a un metodo ecdotico applicato in modo non meccanico e inerte, in mancanza dell'autografo, sulle testimonianze manoscritte e a stampa che quel testo hanno trasmesso, destinate a rimanere, altrimenti, inefficaci o, spesso, fuorvianti. Quelle testimonianze vengono, invece, messe in relazione con le circostanze storiche in cui l'Autore compose il suo lavoro e in cui se ne progettò e se ne preparò per la prima volta la stampa, senza che poi questa potesse essere effettivamente realizzata. Ne risulta il ritratto di un'opera che, come scrive efficacemente Martelli, è « ben altro che un esercizio letterario, e ben altro, anche, che un arido e povero caso di astratto pensiero politico », ed è piuttosto «la fremente pagina di un grande uomo politico italiano, è carne della carne e sangue del sangue di chi intravide la possibilità di riscattare un intero popolo da un destino, che si sarebbe protratto per più di tre secoli, di miserie e di dolore ». Un'opera "viva", quindi, pulsante, spesso contraddittoria, non di rado scorretta, scritta di getto sotto l'impulso della passione civile e mai sottoposta dal suo autore a revisione e pacata riflessione. Proprio in queste caratteristiche risiedono, in fondo, il limite e il fascino del Principe, cosi affine, nel modus scribendi (e, anche, cogitandi), allo stile esibito nelle Legazioni. Commissarie. Scritti di governo.
Il testo - preceduto da un'ampia introduzione volta a ricostruire il quadro politico in cui il Principe nacque e crebbe, e seguito da una ricchissima Nota al testo - è accompagnato da due fasce a pie di pagina: nell'una è ospitato l'apparato filologico, dovuto a Nicoletta Marcelli (che ha redatto anche un'accurata descrizione delle testimonianze); si legge nell'altra un vastissimo commento esegetico, linguistico, stilistico, storico, anch'esso segnalabile per novità di ricerca e per approfondimento di lettura.